“Unire l’Italia, unire il PD” | Andrea Orlando

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“Io mi candido a costruire un nuovo centrosinistra, di cui un PD forte e plurale sia il perno. Quel centrosinistra… che è l’unico in grado di sconfiggere la nuova destra, quella nazionalista e populista. Mi candido perché voglio restituire una parte di quello che ho imparato nella mia lunga militanza politica e che ho cercato di praticare nella mia attività di amministratore e di uomo di governo: la capacità di ascoltare e coinvolgere”

Una casa divisa non può reggere

Crescono i divari economici, sociali e territoriali. Il risultato del referendum del 4 dicembre ne è lo specchio. Le periferie, sia territoriali che sociali e i giovani hanno detto NO. Il centrosinistra deve riscoprire la questione sociale. È tempo di ricucire le ferite.

Dopo la crisi, un’altra Europa

A 60 anni dalla sua nascita, è tempo di rilanciare il processo di unità europea. Prima di tutto con un’assicurazione europea contro la disoccupazione, l’elezione diretta del Presidente della Commissione Europea, poi con la revisione del Fiscal Compact, meno austerità e più spazio per gli investimenti.

Combattere le diseguaglianze per difendere la democrazia.

Lo scopo da perseguire è quello di sradicare in 3 anni la povertà assoluta con il reddito di inclusione, 800 € per una famiglia di tre persone, e coi servizi sociali, educativi e di reinserimento lavorativo.

Alla base di tali progetti ci dovrà essere un piano strategico di investimenti sociali: sanità, scuole, asili e servizi per la non autosufficienza.

Piena e buona occupazione

Punto di partenza sarà la correzione del Jobs Act, con la revisione delle norme sui licenziamenti collettivi, disciplinari, sui voucher e sugli appalti.

Politiche attive

Servizi per l’impiego e formazione professionale, ma lo scopo fondamentale è la creazione di lavoro buono, per giovani e per le donne, soprattutto al Sud, in generale aumentando produttività e salari.

Riparare la frattura con la scuola

La scuola non può essere trasformata dall’alto. La Buona Scuola non è stato un patto educativo condiviso: è tempo di riparazione, dialogo con docenti, famiglie, università, sindacati, imprese e cittadini.

È fondamentale investire sull’università e sulla ricerca, potenziando borse di studio e alloggi per chi viene da famiglie disagiate.

La ripresa è fragile

Siamo fuori dalla recessione, ma, in Europa, ultimi per crescita. Necessitiamo di riforme, ma primariamente di investimenti pubblici e privati per rilanciare la crescita economica, puntando su sapere, sociale, reti, ambiente e ricostruzione.

Per un fisco più giusto è importante spostare il carico fiscale del lavoro e dalla produzione verso la rendita, riaffermando la progressività dell’imposizione sul reddito, riducendo il carico IRPEF sulle famiglie più deboli.

Nodo focale sarà la lotta all’evasione fiscale mediante controlli, tracciabilità e sanzioni. Pagare tutti per pagare meno: un fisco europeo, contro le frodi e l’evasione dei grandi colossi aziendali.

Uno stato strategico per rilanciare lo sviluppo del Paese

Dovremo adottare una moderna politica industriale e guardare la sostenibilità ambientale come sfida per rilanciare l’edilizia e il settore manifatturiero.
Sarà fondamentale promuovere il modello culturale italiano: moda, patrimonio artistico, culturale, agroalimentare, artigianale e turismo.

Valorizzare il capitale naturale

La conversione ecologica è un’opportunità di sviluppo, benessere e creazione di lavoro, con la riduzione del consumo di combustibili fossili, migliorando l’efficienza energetica, con l’incremento delle fonti rinnovabili.

È necessario estendere a tutto il Paese la raccolta differenziata, potenziando la lotta allo spreco alimentare, la mobilità sostenibile e la riqualificazione energetica.
Approvare la legge per lo stop del consumo di suolo non si può costruire il nuovo senza prima rigenerare il vecchio.

Contro le mafie una battaglia politico-culturale per la legalità e lo sviluppo

Combattere la corruzione con misure di prevenzione e trasparenza nella pubblica amministrazione, nella politica e nelle istituzioni. Grazie alla partecipazione popolare si potrà sradicare la cultura criminale e affermare la legalità.

Maggior fiducia agli enti locali

Scegliere la sussidiarietà semplificando le procedure, dando autonomia fiscale e organizzativa, stabilizzando l’assetto finanziario e istituzionale di comuni, province e città metropolitane.

Rafforzare le istituzioni, rinnovare la politica

Una nuova legge elettorale per garantire stabilità e governabilità, con collegi uninominali.

Democrazia partecipativa e deliberativa

Per rilanciare il dibattito pubblico, per i grandi progetti, i partiti devono stimolare la partecipazione dei cittadini, selezionare e formare la classe dirigente.

Una nuova stagione di diritti

Le Unioni civili sono state il primo passo per la piena uguaglianza e lotta contro le discriminazioni. Ora si deve approvare una legge sul fine vita, riformare la normativa su adozioni e responsabilità genitoriale.

Cittadinanza di genere

Eliminare le discriminazioni, combattere la violenza di genere, affermare i diritti delle donne. Necessari sono l’introduzione del reato di tortura, il rafforzamento delle politiche di integrazione e accoglienza di immigrati. Altro punto focale è una nuova legge sulla cittadinanza basata sullo ius soli. L’Europa collabori maggiormente con l’Italia per superare l’emergenza profughi.

Ricostruire il PD

Proponiamo una grande conferenza nazionale per definire regole nuove e un diverso modello organizzativo, con organismi più snelli, stop agli incarichi multipli, piena parità di genere, investimento sulla formazione politica. Utili saranno delle consultazioni periodiche sull’indirizzo politico, dei “Patti di ascolto” con le forze organizzate della società.

La rete è lo strumento cardine per rilanciare la partecipazione

Irrinunciabile sarà la valorizzazione del ruolo dei Giovani Democratici e la restituzione del valore alla tessera, riaffermando la distinzione tra partito e governo.


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