La nostra proposta: una panchina rossa con il numero 1522 in ogni luogo della città

Il rispetto di genere passa anche e soprattutto attraverso l’educazione.

La violenza ha incidenza maggiore nelle culture che promuovono e permettono forme di aggressione sessuale.

Tutto questo non riguarda solo la violenza sulle donne ma abbraccia altri temi, come la parità delle donne, degli uomini e di tutti i cittadini; temi su cui è più semplice promettere piuttosto che attuare fattivamente. Recentemente il Parlamento ha affossato una legge indirizzata a punire atti violenti e discriminatori nei confronti di ogni genere umano, con relativa educazione nelle scuole. Secondo alcune forze politiche, questa legge non pare necessaria: noi non siamo assolutamente d’accordo!

Occorre che la cultura antidiscriminatoria trovi ampio spazio nei Programmi scolastici, nella cultura e nel sistema educativo di tutte le scuole: dalla Scuola dell’Infanzia in poi, finanziando “sportelli di supporto psicologico” nelle Scuole Secondarie di Primo e Secondo grado.

Di contro, ci troviamo di fronte ad una situazione scolastica complicata anche a causa della pandemia e della Didattica a Distanza, metodo didattico che ha amplificato i problemi preesistenti: inclusione, pari opportunità nello studio e nel percorso educativo, diritto all’istruzione e lotta alla dispersione scolastica, che nella fascia 14/16 registra un tasso preoccupante.

Inoltre, la pandemia è stata anche terreno fertile per il perpetrarsi di violenze, non denunciate per pudore, rassegnazione, fragilità psicologica, sociale o economica.

Non denunciare, però, significa non trasmettere ai figli i valori del rispetto e dell’uguaglianza dei diritti tra donne e uomini abituandoli a subire passivamente le ingiustizie.

Ci avviciniamo al 25 novembre, una data che rimane, purtroppo, di assoluta attualità per ricordare la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle Donne ed è proprio di questi giorni un clamoroso femminicidio – infanticidio: un uomo ha ammazzato moglie, suocera e due figli; azione deprecabile, figlia di un maschilismo bieco, che si è manifestato dell’incapacità di un uomo di accettare di essere lasciato.

È la convinzione di possesso assoluto.

E ancora un’altra notizia: un uomo lasciato dalla moglie, decide di punirla, uccidendole il figlio.

Queste reazioni non sono la risposta all’abbandono della donna, come a volte affermano i media, ma sono l’espressione di un retaggio culturale arcaico, di anni di violenze subite o di violenza passiva, in cui era normale assistere ai soprusi contro la donna (mamma o sorella che fosse); sono la risultante di un’educazione basata sulla inferiorità della donna, considerata oggetto di proprietà.

È innegabile che la violenza sulle donne ed al contempo l’aumento dei femminicidi e delle aggressioni sui soggetti più fragili siano soprattutto una “questione maschile”.

Siamo, perciò, sempre più convinte che la violenza di genere debba essere combattuta dalle Istituzioni, dalle associazioni, dai partiti, dalle singole persone: il nostro compito è anche e soprattutto quello di informare le donne: mai più sole!

Il numero 1522 è un numero importante da imparare a memoria e da comporre se ci si sente in difficoltà a casa e fuori.

Proprio per questo, noi, donne e uomini del Partito Democratico di Rivoli, abbiamo voluto posizionare in modo permanente una panchina rossa con il numero 1522 nella nostra sede.

La panchina rossa è un simbolo che fa parte di un percorso di sensibilizzazione lanciato dagli Stati Generali delle Donne; in molti luoghi delle città, compresa Rivoli, ci sono panchine rosse.

Abbiamo lanciato un appello anche agli esercenti commerciali: li abbiamo invitati a collocare una panchina o una sedia rossa- dove possibile- davanti o dentro il proprio esercizio.

Con questo rinnoviamo il nostro impegno per tutte le donne e soprattutto per le donne in difficoltà: NOI CI SIAMO!

Gruppo Democratiche Rivoli