Ho preferito aspettare qualche giorno per commentare il difficile momento che l’Italia sta attraversando per avere la mente lucida e priva di impulsività. Molti sono stati i commenti, le prese di posizione, le condanne e le rivendicazioni. Oggi più che mai assistiamo ad un triste spettacolo, quello del dover necessariamente essere “contro” qualcuno.
Abbiamo visto la politica trasformarsi in tifoseria e schieramenti, perdendo di vista il difficile compito cui oggi la politica è chiamata a dare risposta. Bene ha fatto il Presidente Mattarella a portare ordine e a rimettere in riga tutti con un’eleganza istituzionale unica.
Un richiamo che deve far pensare. Una scelta, quella del mandato a Draghi che cerca di portare ordine per il bene del Paese.
La prima considerazione vorrei fosse generale. Indipendentemente da come andrà, oggi sta vincendo la competenza. Dopo anni in cui si è assistito a propaganda di basso livello, ad una politica che si è occupata più di dar fiato ai problemi che alle soluzioni, oggi abbiamo capito che l’unica salvezza è far parlare chi sa di cosa parla. Così i “no euro” diventano europeisti, chi combatteva la classe politica e i poteri forti oggi stende loro un tappeto rosso. Adesso sta alla politica stessa non continuare a versare veleno nel pozzo dove tutti dovremo bere.
Mettiamo da parte il rancore per lasciar spazio al buon senso e ricostruiamo la credibilità che la classe politica ha perso per sua stessa colpa.
Assistiamo a giornalisti che fanno politica, politici che fanno gli influencer e agenzie di comunicazione che diventano gli organi direttivi dei partiti. Così non va, perlomeno, non nel mezzo di una emergenza sanitaria, economica e sociale di queste proporzioni. Il richiamo del Presidente della Repubblica non riguardava solo il ruolo della Politica nel trovare una maggioranza che governi in questo momento, ma un forte richiamo all’importanza delle Istituzioni.
In tutto questo quadro preoccupante mi lascia perplesso il comportamento del Partito Democratico.
Milito, mi impegno e mi appassiono di politica cittadina per i valori e i metodi che il PD ha sempre messo in campo nel svolgere il proprio ruolo. Un Partito che ha sempre messo la responsabilità davanti al consenso. Scelte che abbiamo sempre pagato in termini elettorali ma che nel lungo periodo mostrano le vere motivazioni della proposta al Paese. Mi piacerebbe tornare a parlare di visioni differenti dando come assodate le competenze e le capacità amministrative.
Oggi, nel mezzo di una crisi di Governo, è giusto che il Partito Democratico si metta a disposizione del Presidente del Consiglio incaricato Draghi. Allo stesso tempo il suo compito è quello di fornire i temi e le proposte necessarie per rimettere in moto l’Italia. Oggi non serve parlare della possibile coalizione futura o attaccare l’avversario politico. Compreso chi oggi ci ha potato nel mezzo della crisi.
Un Partito che mette sul tavolo i progetti di ripartenza del Paese tenendo fede ai valori riformisti di centro sinistra che con orgoglio tutti gli iscritti rivendicano.
Nessun appiattimento o veto su nomi, ma certezza che si lavorerà per un Recovery plan.
Il piano che rimetterà in moto l’Italia garantendo l’effetto moltiplicatore del denaro che verrà investito, che penserà ai lavoratori in difficoltà in questo momento, che penserà alle future generazioni con proposte di tutela del debito che si crea.
Un partito che mette il garantismo al centro della discussione e che si impegni ad affrontare la legge elettorale. Mettiamo le basi per uscire dalla pandemia con un piano vaccinale degno della nostra Nazione, tuteliamo i più deboli del nostro Paese e aiutiamo una sanità in ginocchio.
Una volta fatto questo potremo parlare di alleanze, magari confrontarci democraticamente al nostro interno con un congresso e poi affrontare le elezioni. Perché tutti vogliamo maggior chiarezza e governabilità, ma al momento opportuno.
Vorrei un Segretario che nei luoghi opportuni parli di alleanze e coalizioni partendo dalla nostra linea politica e al termine della discussione interna ne parli ai giornali. Perché questo dobbiamo fare da buoni democratici.
Oggi più che mai hanno vinto le competenze e le capacità. L’esperienza sul campo è l’unica alleata di chi vorrà governare l’Italia. Creare le condizioni per avere una visione comune di futuro e stabilire le riforme necessarie al paese è quello a cui si deve lavorare. Per fare questo non si deve porre alcun veto, se non solo a coloro che non ne condivideranno i valori. Obiettivo e metodo vanno scritti insieme agli altri partiti, nessuno escluso.
Allora potremmo tornare a fare politica nel suo senso più alto. Non screditando l’avversario con bassa propaganda al fine di rosicchiare consenso. Perché con quel Partito magari si dovrà dialogare e governare in un sistema proporzionale.
Al momento opportuno potremo finalmente proporre all’Italia di scegliere tra le diverse visioni in modo chiaro: europeismo e inclusione contrapposti a sovranismo e individualismo. Scegliere tra il riformismo e le politiche più conservatrici. Tra la riduzione delle disuguaglianze e il sostegno alle classi più ricche. Tra un’imposta progressiva e la flat-tax. Tra una sanità pubblica uguale per tutti e chi vuole vantaggi per una sanità privata che ha il profitto come primo scopo rispetto alla salute delle persone.
Usciamo con competenze e capacità da questo momento difficile e poi diamo la possibilità agli italiani di scegliere chiaramente tra due visioni ben distinte dell’Italia. Per il bene di tutti e della politica stessa.
Alessandro Errigo