La pandemia di COVID-19 sta causando una grave crisi sanitaria e sociale, nell’attuale situazione di emergenza, la violenza di genere contro le donne  si aggrava ulteriormente, soprattutto nelle famiglie dove il rapporto era già fragile.

Convivenze forzate, instabilità economica, condivisione di piccoli spazi con partner violenti o depressi, in molti casi comportano per le donne e a volte anche per i figli, il pericolo concreto di esposizione alla violenza domestica.

Ultimamente si registra una diminuzione degli accessi fisici delle donne ai centri anti violenza e agli sportelli; una riduzione delle denunce per maltrattamenti e un aumento di femminicidi.

Femminicidi in aumento

In pochi giorni ancora drammi, tre donne sono state barbaramente uccise dai loro compagni.

Ancora un uomo ha ammazzato la moglie e il figlio, tentando poi di suicidarsi. Ancora una volta la risposta alla necessità di una donna di separarsi finisce in tragedia.

Il femminicidio manifesta l’incapacità di un uomo a accettare che una donna possa lasciarlo, è la convinzione di possesso assoluto.
Dobbiamo urlare a gran voce che il contrasto alla violenza sulle donne è una assoluta priorità
.

Le leggi sono fondamentali, necessarie. E’ necessario soprattutto, applicarle in modo corretto. È importante finanziare i centri anti violenza a protezione dei soggetti fragili; ma anche azioni di recupero nei confronti dei soggetti maltrattanti, per evitare che persistano nella loro devianza.

Cosa occorre fare per contrastare la violenza

Oltre alla costante attenzione alla corretta applicazione della Legge serve urgentemente rafforzare l’azione educativa a contrasto della violenza.

Tale opera educativa non può essere lasciata soltanto alle famiglie, spesso teatro esse stesse di violenze sui soggetti più deboli. Prevaricazioni per di più celate dal pudore, dalla rassegnazione, dalla fragilità psicologica, sociale od economica delle stesse vittime.

Occorre:

✅ che la cultura antidiscriminatoria trovi ampio spazio nei Programmi scolastici, in tutte le scuole a partire dalla scuola dell’infanzia in poi;

✅ finanziare un’azione di costante e capillare di osservazione, ascolto ed assistenza degli studenti ad opera di “sportelli supporto psicologico” che abbiano i mezzi economici per essere attivi presso ogni istituto scolastico;

✅ è necessario un coordinamento tra regioni e comuni, prevedendo, per il periodo della durata dell’emergenza, un fondo apposito per erogare un contributo economico, a favore delle donne vittime di violenza e prive di autonomia economica.

✅ promuovere l’accesso ai numeri antiviolenza, incrementando la promozione a livello regionale e comunale, mediante l’esposizione del 1522 in supermercati ed altri negozi di generi di prima necessità.

Il ruolo dell’informazione

Altra linea di azione deve essere indirizzata al sistema dell’informazione, che troppo spesso – come anche la cronaca recente del nostro territorio dimostra – degradano un’inaccettabile cultura proprietaristica della donna a semplici manifestazioni di “amore malato”, a raptus, ad omicidi passionali. Con questi atteggiamenti gli stessi giornali lasciano passare atteggiamenti che invece devono essere radicalmente estirpati fin d’ora e per sempre.

Smettiamola di parlare di gesti folli o di raptus, di omicidio passionale, c’è una cultura da combattere, una cultura di possesso e di negazione dell’abbandono.

I dati confermano che la maggioranza dei femminicidi avviene tra le mura domestiche e i responsabili sono spesso mariti, partner o ex partner.

È innegabile che la violenza sulle donne ed al contempo l’aumento dei femminicidi e delle aggressioni sui soggetti più fragili, siano soprattutto una “questione maschile”. Persiste infatti una mentalità che vede nella maggiore libertà delle donne un’insostenibile minaccia.

Una ricerca ha sottolineato che un italiano su tre tra gli intervistati ha dichiarato di considerare la violenza domestica sulle donne un fatto privato da risolvere all’interno della famiglia.

Questa battaglia si vince insieme uomini e donne.

Ci sarà un vero cambiamento il giorno in cui sempre più uomini si interrogheranno sul perché tanti loro simili conoscono solo la violenza per tenere legata una donna e si sentiranno impegnati insieme alle donne in una battaglia che non può conoscere dell’indifferenza.

Gruppo Democratiche